Ventunesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»
Bologna, 17-19 novembre 2017
Abstracts
Mariarosa Pollastri (Rovigo)
La diffusione della fede calvinista nel Nord Italia: i “Sessanta Salmi” in volgare italiano
La Riforma luterana ebbe fin da subito diverse declinazioni a seconda della cultura e del sentire delle popolazioni coinvolte nel rinnovamento religioso. Il riformatore Giovanni Calvino, continuamente a contatto con le persone alla ricerca di una nuova spiritualità, trascorse la propria vita viaggiando e la sua dottrina si diffuse anche in Italia.
Le raccolte di musica calvinista consistono in Salmi tradotti in francese da Clément Marot e Théodore de Bèze; le melodie, piuttosto semplici, sono costruite solamente sui valori di semibreve e minima e seguono il più fedelmente possibile il testo strofico. L’edizione definitiva del repertorio musicale calvinista è il cosiddetto Salterio di Ginevra del 1562. Questa raccolta di Salmi è la fonte di un’edizione italiana, oggi poco conosciuta, intitolata Sessanta Salmi di David tradotti in rime volgari italiane, secondo la verità del testo Hebreo, stampata presumibilmente a Venezia nel 1585 per i tipi di Gieremia Planche (ovvero l’editore francese Jérémie des Planches, attivo nella città di Calvino, Ginevra). Il libro contiene salmi tradotti in poesia italiana, strofici, e derivanti, secondo le intenzioni, dai testi originali ebraici. Tutti i Salmi ricalcano il modello e cinque di essi riportano con assoluta fedeltà le melodie della fonte ginevrina. Circa un terzo delle melodie usano modi trasposti, dal sapore già tonale. Ai Salmi seguono le intonazioni musicali di testi fondamentali per la devozione calvinista: il Cantico di Simeone, una versione dei Dieci Comandamenti, le versioni del Credo e del Padre Nostro e Ego Sum Panis Vivus; seguono, senza musica, due preghiere e un salmo. Il tutto è preceduto da una lunga prefazione che traduce in italiano la lettera ai cristiani di Calvino del 1543, una “esortazione a lodare Dio” e un’amabile poesia rivolta al lettore.
La vicina città di Ferrara vide le inquietudini religiose di eruditi ed eretici e soprattutto visse l’ingombrante presenza della moglie di Ercole II d’Este, la duchessa Renata di Francia, di fede calvinista. Ben prima della pubblicazione dei Salmi, la duchessa Renata riceveva Calvino in segreto (1536) e condizionava la musica di corte attraverso il suo principale compositore, Cipriano de Rore. Negli anni sessanta del secolo, il fiammingo compose una Passione secondo Giovanni (l’evangelista contrassegnato dall’aquila, l’animale dello stemma di casa d’Este). Si tratta di una composizione polifonica in latino, primo esempio della cosiddetta passione-mottetto, cioè non di uso liturgico. La Passione di de Rore, da inquadrare probabilmente in un’ottica protestante, risulta una primizia del grande genere musicale luterano, coltivato poi in altre terre da famosissimi altri.