Ventunesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»
Bologna, 17-19 novembre 2017
Abstracts
Thomas Persico (Bergamo)
Glosse musicali a Marziano Capella nel Pl. 51.17
Il breve intervento nasce da una prima escursione entro la tradizione esegetica del De nuptiis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella a partire dall’invito, a suo tempo rivolto da Claudio Leonardi agli studiosi, di riconsiderare il ruolo ricoperto dal trattato tra i secoli XIII e XIV. La ripresa «con nuovi interessi» del testo marzianeo e l’interesse nei confronti dei primi due libri, contenenti la cornice mitologica introduttiva, hanno contribuito in particolare alla diffusione di innumerevoli copie due-trecentesche, in alcuni casi corredate da ricchi apparati critici, commenti o glosse.
All’interno della trentina di manoscritti che contengono i libri I e II uniti, tra i pochi a essere datati al secolo XIV e a contenere glosse musicali fin dal commento ai primi versi del trattato («Tu quem psallentem thalamis»), il ms. Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, Pl. 51.17 si distingue per una particolarissima digressione sulle capacità armoniche e psicagogiche della musica riferita a Venus «psallens» («camena quasi canena» già nel commento di Remigio di Auxerre), che nasconde interessanti riflessioni in merito alla fortunatissima teoria dei dissona semina, dell’armonizzazione degli opposti e del ruolo del concetto lato di harmonia nel sistema speculativo elaborato da Marziano e ampliato dai grandi commentatori, tra cui, oltre a Remigio, Giovanni Scoto Eriugena, Martino di Laon e Bernardo Silvestre. La fitta rete intertestuale ricostruita dall’anonimo copista del Pl. 51.17 (il cui commento è censito da Cora Elizabeth Lutz all’interno dell’esiguo gruppo di commenti non ancora identificati), presenta un’interessante riflessione in merito al ruolo della musica instrumentalis nel sistema armonico che norma la congiunzione degli opposti nelle cosiddette «nupcias elementorum» tanto care agli scolastici di Chartres, e che, al contempo, presiede anche alle «nupcias hominum». Tramite l’influenza di Venere e di Imeneo, queste ultime, nelle quali si rispecchia anche l’intero percorso educativo delle Nozze, sostanziano e completano il percorso di armonizzazione degli opposti, ampliando le potenzialità che Boezio aveva attribuito proprio alla practica (instrumentalis), l’ultima e forse più imperfetta delle categorie musicali nella famosa tripartizione presentata nel De institutione musica.