Davide Mingozzi (Bologna)
«Non l’Armonia ma la Melodia»: La recezione italiana dell’“Art du chant appliqué au piano” di Thalberg

 

Nel 1853 Francesco Lucca pubblicò per l’Italia l’Art du chant appliqué au piano di Sigismund Thalberg. La stampa, abilmente pubblicizzata dall’editore sulla propria rivista, ottenne un diffuso consenso e fu recensita con interesse anche su altri periodici. 

Pur nell’ammirazione generale, una piccata critica fu sollevata da Carlo Andrea Gambini, recensore della pubblicazione per la «Gazzetta Musicale di Milano», che rilevò talune libertà nelle parafrasi e accese un vivo dibattito sulla necessità di difendere il “genio italiano” dal diffondersi del gusto tedesco. Le trascrizioni e il pensiero esposto dall’autore nella prefazione, tuttavia, incentivarono i pianisti-compositori italiani a confrontarsi con un nuovo approccio tecnico e con la ricerca strumentale di una nuova sonorità connotata da richiami vocali. Adolfo e Disma Fumagalli, Stefano Golinelli, lo stesso Gambini furono suggestionati dalla lezione di Thalberg e la messa a punto di una “vocalità pianistica” fu per i colleghi italiani un terreno di confronto e di emulazione. L’influenza esercitata dal pianista svizzero in Italia fu, probabilmente per questo, maggiore di quella del “rivale” Liszt. 

Nell’intervento è stata proposta una sintesi delle recensioni all’Art du chant (e del dibattito a esse collegato) pubblicate sull’«Italia musicale» e sulla «Gazzetta Musicale di Milano»; sono stati esemplificati i passi in cui le parafrasi si differenziano dall’originale; sono state analizzate le modalità e le strategie tecniche utilizzate dall’autore nell’apportare le trascrizioni, confrontandole con i richiami alla tecnica vocale esposti nella prefazione. L’occasione ha fornito, infine, lo spunto per una più ampia riflessione sull’influenza esercitata dal modello thalberghiano sui pianisti italiani, argomento affrontato marginalmente in campo musicologico.