Alessandro Giovannacci (Teramo)
I rapporti tra musicologia tedesca e musicologia italiana del primo Novecento nel pensiero di Fernando Liuzzi 

 

L’intervento ha inteso indagare le motivazioni e le modalità tramite le quali determinati concetti, nonché metodologie operative, “migrarono” dalla ricerca musicologica tedesca a quella italiana. Nello specifico è stata esaminata l’esperienza del compositore e musicologo Fernando Liuzzi, il quale, in virtù dei suoi anni di formazione in Germania, contribuì alla diffusione in Italia di diverse prospettive estetiche mutuate dal panorama tedesco. 

Nel volume Estetica della musica. Studi e saggi del 1924 sono già evidenti i riferimenti alle concezioni estetiche che maggiormente influenzarono l’operato di Liuzzi. Attingendo alla riflessione sullo status e sui processi cognitivi dell’opera d’arte, sviluppati nel Vom Musikalisch-Schönen di Eduard Hanslick e nelle teorie dell’Einfühlung di Theodor Lipps e della reine Sichtbarkeit di Konrad Fiedler, Liuzzi intense proporre diversi correttivi al pensiero musicologico italiano. I due assi principali lungo i quali si svilupparono questi intenti, filtrati attraverso i fondamenti dell’estetica crociana, furono l’affermazione della specificità del linguaggio musicale e la necessità di una disciplina tecnico-analitica autonoma, la musicologia, che ne indagasse la natura.

Tramite lo studio degli scritti di Liuzzi è possibile osservare nel dettaglio il nascente interesse della musicologia italiana nei confronti di problematiche fondanti per la disciplina stessa, e il modo in cui questa riflessione si relazionò con le acquisizioni provenienti da un’altra area culturale.