Ventunesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»
Bologna, 17-19 novembre 2017
Abstracts
Paolo De Matteis (Udine)
Musica e gesto nel teatro mozartiano: le didascalie musicali nelle “Nozze di Figaro”
Diversi studi sono stati svolti sulla funzione gestuale della musica, in particolare nel melodramma verdiano e nel Musikdrama wagneriano. In questa relazione, tratta dal mio lavoro di tesi magistrale, ho tentato invece di mostrare la presenza e le modalità di tali dinamiche nel teatro mozartiano – beninteso diversissimo da quello ottocentesco – esaminando il caso delle Nozze di Figaro, osservando se e dove nell’opera possano riscontrarsi dei momenti musicali che evidenzino o addirittura richiedano determinati gesti e movimenti da parte dei cantanti.
Ho proposto pertanto una metodologia finalizzata alla ricerca sistematica di indicazioni sceniche dettate dalla musica: l’analisi, condotta per ogni numero in partitura, ha tenuto conto sia della funzione prioritaria della musica – di volta in volta drammaturgica o estetica – nel decorso drammatico-musicale, sia del rapporto fra musica e didascalia, sia dell’andamento di alcuni parametri musicali.
Dopo aver stilato un elenco delle “didascalie musicali” rilevate nel corso dell’analisi, suddivise in realizzazioni musicali di didascalie esplicite e didascalie implicite dettate dalla musica, ho potuto appurare che, sebbene la musica mozartiana non possa essere “flessibile” come quella ottocentesca, essa può fornire indicazioni sceniche tramite patterns nettamente differenziati, elementi legati alla vocalità, fattori e mutamenti dinamici, armonici e di scrittura orchestrale.
Dopo aver mostrato brevemente qualche esempio circa le modalità con cui Mozart suggerisce gesti e movimenti, ho concluso il mio intervento con tre esempi di didascalie musicali implicite, ossia episodi in cui la musica non sonorizza una didascalia del libretto ma suggerisce essa stessa l’azione scenica.
Tale studio può essere utile non solo ad ampliare la nostra comprensione del teatro d’opera di fine Settecento, ma anche alle concrete realizzazioni del teatro d’opera odierno, facendosi strumento per registi e responsabili della messinscena, affinché possano rivivificare con maggior consapevolezza le opere di Mozart, attuando non uno sterile sincronismo di musica e azione, bensì una compiuta sintesi visivo-uditiva di grande effetto drammatico.