Ventesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 18-20 novembre 2016

 

Abstracts

Giuseppina Crescenzo (Weimar)
La Cappella musicale della Beata Vergine di Pompei 

 

Il Pontificio Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei è tra i più importanti santuari mariani del mondo cattolico, nonché una delle mete di pellegrinaggio più importanti in Italia. Il Santuario fu eretto per volontà di Bartolo Longo, suo fondatore, nel 1876 ai piedi del Vesuvio e a breve distanza dalla città sepolta, oggi conosciuta come Scavi di Pompei

Da culturale e religioso, il progetto di Bartolo Longo divenne ben presto anche educativo: all’interno del Santuario furono infatti istituiti l’Orfanotrofio femminile, l’Ospizio per i figli dei carcerati e l’Istituto del Sacro Cuore per le figlie dei carcerati. 

I tre istituti educativi laici nacquero sul modello dei conservatori napoletani con lo scopo di  proteggere, conservare (da ciò il termine “conservatorio”) gli orfani, i bambini poveri, i figli di delinquenti e prostitute dai pericoli e dalle difficoltà della vita. 

Lo scopo di Bartolo Longo fu quello di educare i ragazzi attraverso l’istruzione, le varie arti e la musica. In tale ottica, l’educazione musicale - vocale e strumentale - costituiva un momento importante della giornata dei giovanissimi ospiti delle strutture assistenziali pompeiane.  

Lo studio musicale delle "Orfanelle" e dei "Figli dei carcerati" era finalizzato, come nel caso dei conservatori napoletani, a dare visibilità al santuario. Il coro femminile delle Orfanelle, infatti, partecipava attivamente alla vita della basilica/santuario soprattutto durante le animazioni liturgiche, le celebrazioni di novene e tridui, le solennizzazioni dei mesi mariani di maggio e ottobre. La banda dei Figli dei carcerati, invece, era utilizzata per manifestazioni interne, cittadine e concertistiche, su vasta scala. In talune circostanze (registrazioni, celebrazioni straordinarie, ecc.) il Coro è stato affiancato da altre realtà musicali come, ad esempio, il Coro Pompeano, il Coro del S. Carlo di Napoli.               

Tracce dell’attività, durata a oggi centotrent’anni, delle istituzioni musicali del Santuario di Pompei, sono riscontrabili in una serie di fonti: un catalogo di opere, quasi tutte manoscritte, dei maestri di cappella, per lo più organisti-compositori, che si sono avvicendati nel tempo; le incisioni discografiche, alcune delle quali risalenti al primo Novecento; le notizie riportate sul mensile del Santuario (Il Rosario e la nuova Pompei) circa le manifestazioni di pubblico interesse; la storia della scuola italiana e la vita interna delle istituzioni pompeiane per quanto concerne l’aspetto psico-pedagogico e formativo.